Annotazioni di fotografia

Lo sguardo di Fabrizio Zanfagnini sul Friuli.

Nel mondo dell’immagine lo sviluppo della tecnologia e della ricerca, prima in campo analogico e poi in quello digitale, ha garantito in questi ultimi anni il raggiungimento di strabilianti risultati in termini di qualità e potenzialità. Basti pensare al comune telefonino: pochi grammi di tecnologia che hanno cambiato il mondo. Con il suo infinito numero di applicazioni è praticamente possibile accedere ad un incredibile offerta di servizi, tra cui quelli riservati all’immagine e alla loro relativa gestione. Realizzare stupende fotografie o video di livello professionale con un semplice click è alla portata di chiunque, anche di coloro che non hanno mai avuto tra le mani una vera fotocamera e sono del tutto privi di qualsiasi nozione tecnica. Lo dimostra lo sterminato numero di fotografie trasferite in rete ogni minuto con i soggetti più disparati. Si calcola che solo su Instagram vengono pubblicate nel mondo oltre 4mila fotografie al secondo, mentre sul canale YouTube sono ben 72 le ore di video caricate ogni minuto. Le moderne fotocamere e i programmi automatici di fotoritocco consentono atutti di creare apparenti capolavori che, in genere, data la scarsa cultura fotografica di buona parte degli osservatori, strappano ingiustificati e meravigliati consensi. Anche talune riviste pubblicano senza troppo pudore una quantità illimitata di immagini grossolanamente elaborate con un semplice click di Photoshop. Sono ancora in molti, purtroppo, a confondere l’orrenda elaborazione di un modesto scatto gestito da un preset automatico con un capolavoro di Ansel Adams, dietro al quale si nascondono però studio, esperienza e genialità. Resta quindi molto da fare per fornire al pubblico la necessaria cultura fotografica al fine di riconoscere e apprezzare non solo i capolavori ma anche più semplicemente i prodotti di buona qualità che tutti noi, appassionati operai dell’immagine produciamo in discreta quantità. Ben vengano dunque le riviste di fotografia e di cultura fotografica. Anche perseguendo l’originalità a tutti i costi, diventa sempre più difficile proporre qualcosa di nuovo, soprattutto in questo genere di fotografia in cui ci si confronta con miliardi di immagini più o meno costruite e sparate nell’etere da Internet o dalla TV.

Fig. 1: il fotografo e videomaker Fabrizio Zanfagnini all’opera. Nelle pagine successive: opere fotografiche di Fabrizio Zanfagnini (ph. © F. Zanfagnini).

Anche le immagini della nostra regione, con i suoi splendidi paesaggi e le sue atmosfere, sono ben rappresentate in molti cortometraggi, fotografie e video istituzionali, periodicamente rese disponibili su varie piattaforme digitali. Tra i molti operatori di questo affascinante settore, l’udinese Fabrizio Zanfagnini, giornalista, fotografo e video maker, vanta la produzione e la regia di una nutrita serie di documentari dedicati appunto al Friuli: alle sue bellezze naturali, alle tradizioni e alla sua gente. Fabrizio Zanfagnini appartiene alla vecchia generazione di appassionati dell’immagine. Ha attraversato tutte le fasi evolutive della fotografia e del video: dalla camera oscura e dalla cinepresa alle moderne attrezzature di ripresa e di montaggio. «Soltanto vent’anni fa», ci racconta, «girare scene di buona qualità con particolari movimenti di macchina richiedeva un impegno notevole in termini di collaborazioni specialistiche, di tempo, attrezzature, sviluppo e operazioni di post produzione.

Oggi si giunge quasi agli stessi risultati in pochi secondi con un banale telefonino e con la certezza di ottenere riprese stabili e perfettamente esposte. Lo stesso vale per le fotografie ‘punta e scatta’ che, grazie agli ingegnosi artefatti digitali, offrono una colorimetria, una messa a fuoco e un’esposizione sensazionali». Risultati impensabili fino a qualche decennio fa. «Certo», aggiunge Fabrizio, «un telefonino non basta per produrre immagini che trasmettono emozioni. In genere, un occhio attento è in grado di valutare in un fotogramma di paesaggio o in un ritratto la mano di un fotografo o di un regista: dalla composizione e dai dettagli, infatti, si scopre quasi sempre la sensibilità dell’artista e la sua capacità di far emergere l’anima del soggetto». Fabrizio Zanfagnini è stato corrispondente e direttore responsabile di una rivista di settore. Ha collaborato e collabora tuttora con alcune riviste italiane scrivendo numerosi articoli e pubblicando fotografie di vario genere. Non mancano al suo attivo mostre fotografiche di vario genere. Ha pubblicato cinque libri, dedicati principalmente al Friuli, in cui la fotografia è parte essenziale dei loro contenuti e della relativa narrazione. È socio del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Ha prodotto e curato personalmente numerosi documentari per la TV (alcuni di essi insistono sulle cronache di viaggio in paesi extraeuropei) e per YouTube, ispirati ai paesaggi e alla natura della nostra regione, cortometraggi spesso presentati per conto di enti e associazioni in varie località del Friuli Venezia Giulia.

Ha firmato numerosi documentari che raccontano il paesaggio delle Valli del Natisone, delle Prealpi, dei Colli Orientali del Friuli, delle Colline Moreniche, della Val d’Arzino, della Carnia e delle pianure del Friuli. Lavora attualmente, con servizi e documentari, per una nota emittente televisiva regionale. La natura è il soggetto preferito dall’autore, un palcoscenico colorato in cui si muovono quinte di assoluta freschezza, interpretate e confezionate in una sequenza di immagini assimilabili a un delicato viaggio nei nostri territori, talvolta poco conosciuti e troppo spesso sottovalutati. «In un comprensorio piuttosto piccolo come il Friuli», ribadisce Fabrizio Zanfagnini, «si concentrano innumerevoli scenografie: mare, lagune, fiumi, colline, montagne, laghi e neve. Questa regione vanta dunque un’incredibile quantità di set video­fotografici, che si innestano in un contesto di cultura ed enogastronomia di grande qualità e che meritano sicuramente un’attenta registrazione.

Nessun mezzo come il video trasmette in tempo reale la descrizione delle caratteristiche di una regione e nessun altro sistema parla attraverso una comunicazione così universale e immediata». I soggetti prevalenti di Zanfagnini sono dunque i paesaggi, immortalati nel le luci che meglio rispondono ai gusti del regista e in cui il racconto, le immagini, i testi, le musiche e i dialoghi si saldano in un’unica esperienza sensoriale. Fabrizio Zanfagnini sostiene che una scena o una fotografia di paesaggio sono assimilabili a una poesia: «È quell’attimo che imprime emozioni e che non si può raccogliere in un momento successivo». «Il momento ispiratore», dice Fabrizio, «è fatto di una luce particolare, una nuvola che dipinge ombre morbide su un dettaglio o un colore rafforzato dalle tonalità della vegetazione. La fotografia o la scena di un video prenderà corpo in quel magico istante. Nessuna nuvola che passerà dopo sarà uguale a quella che ha ispirato il fotografo o il regista in ‘quella’ immagine, non essendo l’atmosfera facilmente replicabile.

Contrariamente a ciò che comunemente si pensa le riprese di paesaggio (‘buone’ riprese di paesaggio, cioè foto che trasmettano qualcosa) sono difficili, nonostante sia il genere più ovvio e scontato e perfino banale, se si pensa ai miliardi di tramonti pubblicati in rete a livello planetario». Fabrizio Zanfagnini privilegia dunque l’ambiente e racconta nei suoi lavori il paesaggio friulano, dipingendolo con l’abito della festa e omettendo consapevolmente le inevitabili brutture talvolta presenti sulla scena in molte amene località. Il suo linguaggio romantico e facilmente comprensibile stimola la curiosità e la voglia di visitare posti che magari sono stati visti e rivisti mille volte, ma trascurati per fretta o disinteresse. Del resto, le bellezze del Friuli sono state decantate nel 2016 anche da Lonely Planet, uno dei più prestigiosi operatori turistici mondiali, che nelle sue guide internazionali ha inserito il Friuli Venezia Giulia tra le prime dieci regioni top al mondo assolutamente da visitare. La valenza dei cortometraggi firmati da Fabrizio Zanfagnini, della durata media di 24 minuti, è quindi apprezzata in virtù di una maggiore consapevolezza del pubblico nei confronti del ricco patrimonio culturale e naturalistico custodito nei nostri paesi.

L’autore si occupa personalmente delle riprese, con tutte le problematiche del caso, della sceneggiatura e dei testi, impegnando anche la sua voce per la relativa lettura. Cura la grafica, il montaggio, la scelta della colonna musicale e naturalmente la regia. Non a caso la trasmissione curata da lui curata, in onda su Telefriuli, si presenta con l’appellativo di «Incantesimi delle terre friulane». Nella nuova serie di quest’anno le puntate saranno una decina, con un focus particolare sui fiumi e sulle Alpi Orientali nei diversi abiti stagionali. Conosco bene Fabrizio Zanfagnini, e in quello che lui produce vedo non solo la tecnica, che fa di un suo lavoro un buon lavoro, ma anche ciò che forse per pudore e inconsciamente non fa trasparire molto e che forse vuole tenere nascosto, quantomeno a parole: l’Amore per la sua terra. I suoi lavori, se analizzati attentamente, sono una vera e inequivocabile dichiarazione d’amore verso questo territorio, che ci abbraccia, ci conforta, ci protegge. Il nostro territorio.

Franco Santi, La Panarie n.203