La pittura di Fabrizio Zanfagnini

Fabrizio Zanfagnini si è dedicato alla pittura da autodidatta negli anni Settanta e più precisamente a partire dal 1974.

L’interesse per questa attività artistica è nata quasi per caso, dopo aver visitato alcune mostre di noti rappresentanti della pittura i cui lavori sono stati messi in dubbio per la qualità e i contenuti delle opere esposte.

La pittura di Fabrizio Zanfagnini ha quindi preso corpo da una sfida e dal desiderio di confronto. I primi lavori sono stati realizzati in chiave paesaggistica.

La mancanza di esperienza e di qualsiasi nozione tecnica ha naturalmente pesato sulla qualità dei primi lavori che tuttavia in breve tempo si sono affinati grazie all’intuizione e alla sensibilità coloristica dell’Autore.

I primi soggetti hanno proposto in chiave assolutamente personale valli e campagne del Friuli, marine e montagne in cui gli alberi, i gelsi in particolare, (un soggetto che sarà ripreso con enfasi nella fotografia) sono stati quasi sempre presenti.

Dopo una prima parentesi in un contesto convenzionale il paesaggio di Zanfagnini si è trasfigurato fino ad assumere un carattere minimalistico fatto di campiture ampie e solari, di geometrie nervose e di colori intensi.

Anche questo genere di interpretazione sarà riproposto successivamente nella fotografia.

Dopo una parentesi si studio sulla figura umana e sulla natura morta si è aperto un nuovo filone ispirato a Celiberti: i fiori, che sono stati dipinti utilizzando collanti e sabbia per creare sulla tela una sorta di ammiccante texture e per dare volume ai soggetti.

Sono stati poi i paesaggi urbani di Sironi ad affascinare Fabrizio Zanfagnini che ha condensato le sue esperienze pittoriche nell’interpretazione delle fabbriche, un soggetto certamente poco romantico ma proposto con molta delicatezza seppure con l’uso di sabbia e di colori vivaci.

In sostanza i volumi, i segni e la tavolozza adottati per questo genere hanno creato una sorta di fabbrica fantastica e sognante dove “l’opificio” è solo un pretesto per dare vita all’opera.

La sabbia è stata ancora utilizzata su cartoncino per tradurre elementi di natura come radici, pietre e cortecce in una serie di opere molto eleganti che hanno polarizzato l’attenzione di molti appassionati. I crescenti impegni professionali dell’Autore

hanno quindi determinato un progressivo abbandono di questa attività che è stata poi surrogata da altri interessi artistici.

Fabrizio Zanfagnini ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive in regione e sul territorio nazionale. Ha partecipato a numerosi concorsi classificandosi con merito in alcuni importanti premi.

E’stato segnalato dalla critica nel Premio ALASC in Sicilia. Ha realizzato tre mostre personali a Udine. Hanno scritto di lui il critico Dino Menichini del Messaggero Veneto e il giornalista Paolo Stefanato del Giornale.

 

Sintesi dei soggetti nella pittura di Fabrizio Zanfagnini

Rassegna stampa e riferimenti alle esposizioni